DOMENICO ARTURO NESCI COVID-19: IL BICCHIERE MEZZO PIENO.

I mass media tendono a diffondere le notizie mettendo in evidenza gli aspetti negativi per attirare l’attenzione del pubblico. Questa cosa non ci aiuta nella attuale crisi causata dal coronavirus.
Il “Vademecum psicologico CORONAVIRUS per i Cittadini” redatto dalla Federazione Nazionale degli Ordini degli Psicologi (FNOP) “perché le paure possono diventare panico e come proteggersi con comportamenti adeguati, con pensieri corretti e emozioni fondate” è invece una valida risposta nel tentativo di riferire i cittadini spaventati alle fonti corrette di informazione: il Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus e l’Istituto Superiore di Sanità https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/. A queste due fonti attendibili aggiungerei l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha pubblicato online un ottimo opuscolo su come “Far fronte allo stress durante l’epidemia di COVID-19”, scaricabile qui: https://www.iss.it/documents/20126/0/stress+raccomandazioni+OMS+in+italiano.pdf/9b697cea-8325-a777-a7a1-30a84eb20011?t=1583515083392
Per una riflessione più ampia sulle implicazioni psicologiche della pandemia rimando infine ad un ottimo articolo pubblicato da Camilla De Fazio sull’edizione italiana di Popular Science: implicazioni-psicologiche-della-pandemia.html?fbclid=IwAR1fnes5yZ0Be0yVlkIlBB0jfA-48OxsMWHN8dF7dQ_JL-ZmEJZoa9eCl3g.
Su questo argomento non serve quindi aggiungere altro, mentre c’è da dire qualcosa sugli aspetti paradossalmente positivi della crisi attuale. Ne descriverò brevemente due soli di cui mi sono potuto rendere conto grazie alla mia esperienza attuale di psichiatra/psico-oncologo presso il Servizio di Consultazione psichiatrica della Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” IRCCS. Parlerò quindi brevemente del fatto che l’emergenza COVID-19 ha messo in luce l’utilità della psicoterapia online e della possibilità di lavorare da casa, aiutandoci così a riconoscere e valorizzare il bicchiere mezzo pieno.
Telelavoro, Smart Working e Psicoterapia Online: un’esperienza clinica.
Dall’uscita del Decreto governativo sono stato autorizzato (come tutti gli specializzandi in psichiatria dell’Università Cattolica ed in psicoterapia della Scuola Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale – SIPSI – che frequentano il Policlinico Gemelli) a continuare a vedere i miei pazienti oncologici (ed i loro familiari) in videoconferenza ed a non venire in ospedale per evitare di essere contagiato a mia volta.
Telelavoro e Smart Working non sono sinonimi: il telelavoro presuppone l’esistenza di una postazione fissa, mentre il “lavoro agile” (pessima traduzione di smart working, che io tradurrei piuttosto “lavoro intelligente”) viene svolto in modo elastico, location free (cioè senza restrizioni di sede: da casa e/o da un ufficio e/o da dove si vuole, purché in modalità sicure per sé e per gli altri, come stabilisce un recentissimo documento dell’INAIL). In Italia, purtroppo, siamo comunque in ritardo sia nell’utilizzo del “telelavoro” che del “lavoro agile”.
Secondo il Prof. De Masi i “vantaggi del lavorare da casa” sono notevoli, ma “in Italia c’è una resistenza patologica al cambiamento”. E aggiunge: “basti pensare che la percentuale di chi lavora da casa qui è intorno al 3%, in Olanda si attesta al 40%. […] È inutile adottare soluzioni a metà, come consentire al dipendente di lavorare alcuni giorni da casa e alcuni giorni in ufficio: in questo modo non si liberano posti, i vantaggi non sono ‘tangibili’. È necessario lasciarsi andare al cambiamento, credere in una società in cui lavorare da remoto non venga più visto come un lusso e chi lavora da casa non venga più giudicato un fannullone o un ‘tagliato fuori’”.
https://www.huffingtonpost.it/entry/coronavirus-impone-maxi-test-mondiale-sullo-smart-working-de-masi-in-italia-ce-una-resistenza-patologica_it_5e440ac7c5b61b84d3433541
Nella mia esperienza con i malati di cancro ed i loro familiari, non ho mai avuto dubbi che la psicoterapia online fosse un’opzione formidabile e, in molti casi, l’unica opzione (ad esempio per pazienti invalidi, impossibilitati a spostarsi, e che vivono in condizioni disagiate e precarie). Lavorare col paziente in videoconferenza consente, da un punto di vista psichiatrico, di ottenere risultati importanti. Rivedere la terapia per aiutare a superare l’insonnia, monitorare il dosaggio e gli effetti degli ansiolitici o degli antidepressivi, sono cose che si possono fare egregiamente anche “da remoto”.
Ma anche da un punto di vista psicologico la psicoterapia online è sicuramente l’opzione migliore in tempi di COVID-19. Perché dovremmo smettere di essere vicini ai nostri pazienti oncologici in psicoterapia (ed ai loro familiari, che comunque non devono assolutamente esporsi al rischio del contagio per non rischiare a loro volta, poi, di contagiarli) per il solo fatto di non poterli fare più venire in ambulatorio per motivi di sicurezza?
Posso dire, con assoluta serenità, che ogni volta che ho chiamato o videochiamato i miei pazienti, dopo il Decreto “Io resto a casa!”, trovandoli pieni di angoscia, stressati dal forzato isolamento (qualcuno mi ha parlato di “essere agli arresti domiciliari”) con i loro parenti, la mia presenza virtuale nelle loro case è sempre stata accolta con gioia, espressioni di gratitudine, ringraziamenti per non essere stati “abbandonati”.
Un’esperienza “forte”.
Mi sono commosso per il privilegio di essere diventato medico, psichiatra, psico-oncologo e psicoanalista “senza divano”, convinto sostenitore dell’utilità della psicoterapia online e dell’importanza di stare al passo con i tempi ed utilizzare le nuove tecnologie.
Mi sono sentito contento di me ricordando che ho potuto già nel 2018 fare uscire un numero special sulla psicoterapia online nella rivista scientifica della Scuola di Psicoterapia SIPSI, grazie agli anni di lavoro svolto sul campo con i miei Collaboratori. http://www.doppio-sogno.it/numero24.htm
La rivista è scaricabile gratuitamente da tutti, proprio per promuovere la più ampia diffusione possibile delle conoscenze che abbiamo raggiunto in questo campo così complesso e socialmente utile. Gli Allievi della SIPSI infatti imparano dai loro Docenti a praticare la psicoterapia online (in svariate forme e con diversi strumenti) fin dall’inizio del loro training, in modo da poter poi essere accolti nella DREAMS onlus, una cooperativa sociale che ho concepito per offrire a costi contenuti la psicoterapia, ovunque. https://www.dreamsonlus.it/
Ad oggi, infinite pastoie (burocratiche) e garbugli (giuridici) e interessi (economici) ostacolano la diffusione di questi nuovi modi di praticare la psicoterapia, nonostante il fatto che un qualificatissimo documento della Federazione Nazionale degli Ordini degli Psicologi ne abbia riconosciuto la validità.
Riprendendo le parole del Prof. Masi, mi viene da dire che purtroppo, in Italia, “c’è una resistenza patologica al cambiamento” non solo per telelavoro e smart working ma anche per altre cose “intelligenti” come la psicoterapia online.
Speriamo che l’emergenza COVID-19 aiuti la nostra classe dirigente a prendersi cura delle proprie resistenze patologiche e dei bisogni autentici delle persone, come sta avvenendo nell’ospedale dove la Provvidenza mi ha consentito di formarmi, da quando avevo 18 anni ed una profonda vocazione medica, e di lavorare ancora, pur avendone ormai cinquanta di più…