LA PIZZACANTA DELLA MAESTRA ELISABETTA di Domenico Arturo Nesci

LA PIZZACANTA DELLA MAESTRA ELISABETTA di Domenico Arturo Nesci

    Nei giorni scorsi, insieme alla Dr.ssa Doriana Celestino e grazie alla generosità di una nostra paziente oncologica, abbiamo pubblicato un post con un suo video “fatto in casa” nell’isolamento per l’epidemia da COVID-19. Nel video la maestra Elisabetta racconta di aver pensato di utilizzare con i suoi bambini/alunni lo stesso strumento che avevamo utilizzato noi con lei nella sua psicoterapia online. Produce un video per superare la distanza fisica e raggiungere i suoi alunni nelle proprie case con la vicinanza psicologica degli affetti, tramite Internet.  “La maestra Elisabetta indossa il suo grembiule, si arma di lavagna, utilizza i quaderni dei bambini e gli oggetti di uso scolastico, e ponendosi di fronte alla videocamera inventa una canzone che porti allegria e normalità in questa situazione difficile, accompagnandosi con la chitarra e con uno strumento a fiato e percussioni suonati dalle figlie, anche loro musiciste” (Celestino, Nesci, 2020).

     Ora ho il piacere di pubblicare la foto del testo della ricetta scritta dalla Maestra Elisabetta, la nostra paziente creativa, ed il video della canzone, anche questo “home made”.

     La canzone non è solo molto bella per il linguaggio, perfettamente adeguato per i bambini di una scuola primaria, per la metrica, per la musica, facile da imparare e da eseguire… Da un punto di vista psicoanalitico veicola una comunicazione “segreta” che la paziente stessa forse ignora, a livello cosciente, ma su cui inconsciamente sta compiendo un importante processo di elaborazione insieme a noi: trasformare una “massa” difficile da “digerire” (le sue vicende di malattia) in una “Pizzacanta” gustosa e portatrice di allegria! È la grande lezione di vita che i nostri pazienti spesso ci insegnano e che ci ripaga dell’impegno con cui li seguiamo nei loro difficili percorsi diagnostico-terapeutico-riabilitativi.

     La didattica online produce così l’effetto della continuità scolastica, così come la psicoterapia online consente di dare continuità al supporto psico-oncologico. In questi tempi di emergenza COVID-19 il successo de “La Pizzacanta” della Maestra Elisabetta con i genitori ed i bambini/alunni ha testimoniato l’importanza di “apprezzare la presenza quando c’è la lontananza, anche se la presenza è virtuale…” (Celestino, Nesci, 2020).

     Pochi giorni fa, al Webinar dell’IPA sulla pandemia COVID-19, Stefano Bolognini ha riconosciuto, oltre alla necessità che gli psicoanalisti si familiarizzino con il lavoro online, una delle grandi opportunità offerte dall’uso della videocoferenza/videochiamata: la possibilità di “entrare” nelle case dei pazienti in un modo non invadente ma per garantire la continuità della terapia. Si tratta di un aspetto che, con i miei Collaboratori (della DREAMS) ed Allievi (della SIPSI), avevamo già iniziato ad esplorare da anni mentre seguivamo a distanza le vicende dei nostri pazienti con un supporto psico-oncologico online. Basti citare qui uno dei nostri lavori (Sonsini, Nesci, 2018), pubblicato su un numero special della nostra rivista scientifica telematica (interamente gratuita) Doppio Sogno dove la “scoperta” di una parete tappezzata di foto della madre (morta) della paziente (in una seduta che si era svolta in una “casa di campagna”) aveva svelato la centralità di questa figura e portato all’avvio di una psicoterapia multimediale per l’elaborazione di questo lutto, altrimenti disconosciuto nella precedente fase vis-à-vis della psicoterapia.

     Del resto, lo stimolo a scrivere e pubblicare questi due brevi post sul Blog della DREAMS è nato proprio da una mia consultazione online con la Maestra Elisabetta in cui ho “scoperto” che lei si trovava in un vero e proprio studio di registrazione, nato dalla sua grande passione per la musica, passione condivisa in famiglia da tutti. Dal lì la consultazione ha lasciato il tema abituale della malattia e dei suoi vissuti e si è orientato sul tema della musica e su tutta una serie di vicende che si sono rivelate poi di grande rilievo per il nostro lavoro psicodinamico.

Invece di guardare al “bicchiere mezzo vuoto” della psicoterapia online, priva della presenza reale di paziente e terapista nella stanza dove si svolge l’incontro, è fondamentale dunque imparare a scoprire il “bicchiere mezzo pieno” che è fatto di molteplici aspetti positivi (a partire dalla possibilità di visitare virtualmente l’abitazione del paziente).

     Sono molti gli aspetti che offrono qualcosa in più, nella psicoterapia online. Qui mi limiterò ad accennarne solo alcuni che vanno nella stessa direzione “scelta” dalla Maestra Elisabetta quando ha organizzato la sua didattica online e creato “La Pizzacanta”: portare “allegria e normalità” in una “situazione difficile”. La psicoterapia online, infatti, va fatta quando è giustificata da fattori reali obiettivi che configurano una “situazione difficile” che rende non praticabile la psicoterapia in un setting tradizionale, vis-à-vis o sul lettino.

Molto brevemente, accennerei a questi elementi psicodinamici caratterizzanti del setting online:

  • Il superamento dei limiti spaziotemporali, grazie alle nuove tecnologie, induce (ovviamente a livello inconscio) di per sé un effetto antidepressivo (l’allegria della Maestra Elisabetta) ed un’apertura alla speranza;
  • Il feedback costante offerto dalla doppia visione contemporanea, nello schermo, dell’immagine del paziente e del terapista, consente ad entrambi la possibilità di vedere la propria immagine come in uno specchio, e dunque di “riflettere” e contemporaneamente riadattare il proprio volto (nel senso di un recupero di quella “normalità” di cui parlava la Maestra Elisabetta);
  • La visione reciproca dello spazio dell’Altro realizza un desiderio inconscio che spesso viene rivelato nei sogni dei nostri pazienti là dove raccontano che “ero in seduta, ma ci trovavamo a casa mia” oppure che “eravamo in seduta ma invece di stare nell’ambulatorio eravamo a casa sua” e stimola l’esplorazione del mondo (esterno/interno) dell’Altro, favorendo la possibilità che si verifichino nuovi “insights” e “turning points”;
  • grazie all’esperienza della non perdita del terapista (con il passaggio al setting online) si riducono i vissuti di disperazione e si aprono sentieri che erano rimasti inesplorati per il ritrovamento di oggetti d’amore perduti e/o per l’elaborazione di un lutto.

     Mi piace concludere segnalando un altro importante elemento presente nel testo de “La Pizzacanta”. La Maestra Elisabetta ha pensato (e suggerito) che la canzone poteva anche essere cantata sui balconi, inserendola così in un “rito” creato dall’anima del popolo italiano in risposta all’epidemia: uscire un attimo al balcone, alle 6 del pomeriggio, per cantare e sostenere la speranza, tutti insieme, che ce la faremo! Chiudo così riprendendo l’intervento della psichiatra cinese Yunping Yang, al Webinar dell’IPA, che ha sottolineato come il successo nella lotta contro la diffusione del COVID-19 nel suo Paese è stato raggiunto grazie ad un profondo sentimento di comunità e di spirito di collaborazione in tutto il popolo cinese.

 

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